La Galleria Antonella Villanova è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia di Attai Chen (Gerusalemme, Israele, 1979) artista la cui formazione si focalizza inizialmente in maniera primaria sul gioiello contemporaneo per poi approfondire l’ambito dell’arte e delle arti decorative, ampliando il senso e le proporzioni e, pertanto le modalità di fruizione, delle proprie opere, concepite in forma di elementi scultorei cartacei aggettanti, allestiti a parete o a pavimento.
Il lavoro di Attai Chen si concentra fondamentalmente sull’identità fluida e metamorfica della materia, per raccontare in maniera simbolica il ciclo vitale ripetitivo che contraddistingue sia il mondo naturale che quello artificiale, man-made.
Questo aspetto intride fortemente l’essenza e l’estetica delle sue opere, caratterizzate da forme organiche modulari e da volumi dinamici, ottenuti attraverso l’accostamento di molteplici frammenti cartacei variopinti. Il processo creativo prevede l’utilizzo di fogli o cartoncini su cui l’artista dapprima dipinge e disegna, poi ritaglia, decostruisce e, successivamente, assembla in composizioni che evocano l’idea di organismi in movimento, colti cioè nell’atto transitorio della loro evoluzione, quindi in grado di fornire possibilità di lettura e di percezione sempre diverse, della loro totalità così come dei singoli frammenti che li compongono.
“Le composizioni policrome e polimorfe di Chen restituiscono infatti non una ma molteplici immagini e molteplici modalità di relazionarsi ad esse: sono elementi di forma organica (fitomorfa, zoomorfa, idiomorfa?); o sono forse la materializzazione di fenomeni entropici (distruttivi) o piuttosto sintropici (costruttivi)? Sta di fatto che, sospese in un equilibrio funambolesco e dicotomico, tra naturale e artificiale, figurazione ed astrazione, vuoto e pieno, luce ed ombra, le opere di Chen si pongono nello spazio come presenze (aero)dinamiche, come still life di azioni in fieri in grado di produrre una sempre diversa reazione, interrogazione, partecipazione. (E.N.M.)”
Riferendosi alla figura retorica del Pars Pro Toto, principio approfondito ed applicato in ambito cinematografico dal regista Sergej M. Ejzenstejn, i lavori di Attai Chen raccontano l’unità attraverso l’utilizzo di frammenti, riuscendo a stimolare nell’osservatore “la coscienza alla ricostruzione di un certo tutto”.
La mostra, che presenta una selezione di lavori dell’artista, tra cui opere inedite realizzate appositamente per l’occasione, è accompagnata da una pubblicazione in tiratura limitata con un testo critico della curatrice Emanuela Nobile Mino.
martedì | sabato
10.00-13.00 | 15.00-18.00
aperto su appuntamento
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