Helen Britton – Tresor en Valise | a cura di Emanuela Nobile Mino | Galleria Luisa delle Piane, 18 Aprile – 23 Aprile 2023

GALLERIA ANTONELLA VILLANOVA at GALLERIA LUISA DELLE PIANE
 TRÉSOR-EN-VALISE 
curato da Emanuela Nobile Mino
HELEN BRITTON
Inaugurazione, 18 Aprile 2023, 18:00 – 22:00
GALLERIA LUISA DELLE PIANE
Milano, Via Giuseppe Giusti 24
Fino al 23 Aprile 2023
orari di apertura: 10:30 – 20:00

Trésor-en-valise è un format espositivo itinerante costituito da appuntamenti periodici dedicati alla ricerca sul gioiello contemporaneo e sul design d’autore.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra due gallerie storiche italiane: la Galleria Antonella Villanova (Firenze), da anni impegnata nella ricerca nell’ambito del design del gioiello e delle arti decorative contemporanee, e la Galleria Luisa Delle Piane (Milano), realtà di riferimento per il design d’autore italiano ed internazionale, moderno e contemporaneo.
L’immagine che guida il progetto Trésor-en-valise è quella di una simbolica valigia che viaggia sul territorio italiano, da Firenze a Milano e viceversa e che, approdando di volta in volta, nell’una o nell’altra città, si apre a svelare il proprio “tesoro”: una concisa e accurata selezione di lavori realizzati dagli autori rappresentati rispettivamente dalle due gallerie, nell’ottica di una politica di cooperazione e di vicendevole ospitalità.
Il titolo del progetto è, non a caso, mutuato da quello della celebre opera di Marcel Duchamp, Bôite-en-valise (scatola in valigia) realizzata tra il 1935 e il 1941, prima del suo trasferimento a New York. L’opera si presenta come una custodia in cuoio di forma rettangolare che si apre per rivelare un mini museo portatile contenente 69 minuscole repliche e riproduzioni di quasi tutte le opere realizzate dall’artista tra il 1910 e il 1937.
Trésor-en-valise, curato da Emanuela Nobile Mino, inaugura il suo primo appuntamento a Milano in occasione del Salone del Mobile 2023, e vede protagonista Helen Britton, designer tra i più autorevoli del panorama del gioiello contemporaneo internazionale rappresentata dalla Galleria Antonella Villanova.
La mostra presenta una selezione di lavori della Britton (gioielli di recente fattura e di archivio, oggetti scultorei in cemento e porcellana di Capodimonte e lavori su carta) ed è ospitata all’interno di uno spazio satellite della Galleria Luisa Delle Piane, per la prima volta aperto al pubblico, in concomitanza con le mostre di Andrea Branzi e di Gaetano Pesce allestite negli spazi principali della galleria milanese.

TRÉSOR-EN-VALISE / HELEN BRITTON

Intorno alla metà del 1200, nel libro Livre des métiers, Etienne Boileau definiva l’oreficeria “l’arte dei re” ritenendo il valore intrinseco dei gioielli subordinato alla simbologia che questi sono in grado di evocare, in quanto manufatti nobilitati dall’originalità del proprio disegno e dal pregio delle loro lavorazioni.
In tal senso, la mostra di Helen Britton per Trésor-en-valise intende far luce su come questi valori si traducano nella poetica dell’autrice e prendano corpo in gioielli ed oggetti scultorei che si distinguono per la maestria d’esecuzione e per la visionarietà dell’apparato iconografico che li caratterizza, attingendo indistintamente dall’universo naturalistico e da quello industriale, dalla cultura popolare e dall’immaginario fiabesco, dalla dimensione onirica, del sogno o dell’incubo, e dalla realtà. Trattate con leggiadria e sensibilità, le tematiche affrontate dalla Britton – tematiche a tratti anche spinose, quali la riflessione sull’ambiente o sul rapporto dell’essere umano con il mondo animale – vengono trasmesse con la leggerezza del rapporto empatico che l’autrice mira ad instaurare con il futuro fruitore delle sue opere, particolarmente dei suoi gioielli.
L’evocazione di immagini simboliche, che sembrano tradurre nel linguaggio metropolitano contemporaneo la ritualità delle culture indigene, attiva un coinvolgimento emotivo che infonde ai gioielli la carica magica di oggetti apotropaici, dinamici, talvolta sonori, e che al contempo conservano l’aspetto familiare e gioioso di certi antichi giocattoli a sonagli.
Una sorta di richiamo, all’attenzione e alla presenza, all’umanità e all’eloquenza del gesto.
All’interno del suo moto creativo e progettuale, spiega la Britton, è dato spazio anche alla casualità. Il caso governa in parte la costruzione dei suoi gioielli, l’accostamento di certe forme che, in qualche modo, già appartengono al nostro immaginario in qualità di immagini archetipiche. La medesima libertà di espressione è concessa anche ai materiali impiegati: “I materiali lasciano una scia nello spazio, nel tempo e nella storia. Sta all’autore [e alla sua umanità] aggiungere qualcosa di suo a questa storia già scritta, e lasciare che i materiali si trasformino in ornamenti da indossare, apprezzare, scambiare e benedire, per ciò che rappresentano e per la metafora che incarnano”.