La Galleria Antonella Villanova inaugura, il 20 Gennaio prossimo la personale di Helen Britton: Ménagerie.
In mostra disegni, sculture e gioielli, realizzati per l’occasione dall’artista e aventi come protagonisti: cavalli, lupi, fiere, animali domestici, simboli ancestrali delle nostre più recondite paure e allo stesso tempo dei nostri desideri, delle nostre emozioni.
Come spiega Helen Britton, di seguito, la ménagerie, il serraglio allude ad un recinto immaginario, alla dimensione chiusa in cui quegli animali si muovono all’interno della nostra coscienza, risvegliando, a seconda del nostro stato d’animo, paura, speranza, aspirazione alla libertà.
Tutte queste emozioni sono condivise dall’artista con lo spettatore in un rito di esorcizzazione collettiva.
In mostra disegni, sculture e gioielli, realizzati per l’occasione dall’artista e aventi come protagonisti: cavalli, lupi, fiere, animali domestici, simboli ancestrali delle nostre più recondite paure e allo stesso tempo dei nostri desideri, delle nostre emozioni.
Come spiega Helen Britton, di seguito, la ménagerie, il serraglio allude ad un recinto immaginario, alla dimensione chiusa in cui quegli animali si muovono all’interno della nostra coscienza, risvegliando, a seconda del nostro stato d’animo, paura, speranza, aspirazione alla libertà.
Tutte queste emozioni sono condivise dall’artista con lo spettatore in un rito di esorcizzazione collettiva.
Nella mia mente c’è un serraglio. Animali che entrano ed escono dalla mia coscienza chiedendo di assumere una forma, desiderando di diventare Arte. Che cosa significano? E perché proprio quelli? I cavalli sono prevalenti con il loro potere simbolico, ma ci sono anche lupi, iene e maiali. Paura e felicità, fortuna e terrore. Non si tratta quindi di animali in sé, ma di ciò che simboleggiano per me e sicuramente anche per altri. Questi animali esprimono visivamente le emozioni. Trasportano questa elaborazione con l’energia delle loro sembianze fuori dalla mia immaginazione e offrono una possibilità al mondo umano, un momento visivo per condividere le nostre vite emotive.
Nelle mie opere sugli animali mi piace l’idea di una connessione popolare, non di una rivendicazione esclusiva. Quando creo queste opere, scatenata dall’impulso dell’emozione, condivido i miei piaceri e le mie paure, il mio coraggio e la mia felicità. Il maiale che mi fa sorridere, il cavallo con l’agilità della mente, libero e veloce per aiutare a sopportare il peso della conoscenza. Durante la pandemia ho visualizzato la paura, un grande branco di lupi in corsa. Ho visto un lupo uscire dalla foresta e attraversare di corsa la strada davanti alla mia auto e mi sono confrontata con quell’animale non per un suo male intrinseco, ma per la paura istintiva che quel momento mi ha scatenato. Le iene incutono sempre timore.
Nelle opere scelte non c’è l’intenzione di creare una dicotomia, né l’interesse per gli opposti. Non si tratta di animali buoni e animali cattivi. Anzi, non si tratta affatto di animali. È un’esplorazione di simboli popolari con radici profonde che parlano del potere produttivo della paura nel richiedere coraggio, che va oltre il mio momento specifico, per includere il coraggio necessario nel proteggere la nostra libertà faticosamente conquistata, per immaginare e richiedere felicità e prosperità per tutti.
Questa mostra è una sorta di mappa emotiva degli ultimi anni. Eludendo gli ostacoli del comfort e delle aspettative, ho realizzato le opere che dovevano essere realizzate e le ho messe insieme in tutta la loro diversità, mostrando i chiari legami tra le forme che ho scelto. Scultura, pittura, disegno, gioielli realizzati con coraggio e determinazione e con un grande senso di libertà, scaturito dal selvaggio serraglio della mia mente.
Nelle mie opere sugli animali mi piace l’idea di una connessione popolare, non di una rivendicazione esclusiva. Quando creo queste opere, scatenata dall’impulso dell’emozione, condivido i miei piaceri e le mie paure, il mio coraggio e la mia felicità. Il maiale che mi fa sorridere, il cavallo con l’agilità della mente, libero e veloce per aiutare a sopportare il peso della conoscenza. Durante la pandemia ho visualizzato la paura, un grande branco di lupi in corsa. Ho visto un lupo uscire dalla foresta e attraversare di corsa la strada davanti alla mia auto e mi sono confrontata con quell’animale non per un suo male intrinseco, ma per la paura istintiva che quel momento mi ha scatenato. Le iene incutono sempre timore.
Nelle opere scelte non c’è l’intenzione di creare una dicotomia, né l’interesse per gli opposti. Non si tratta di animali buoni e animali cattivi. Anzi, non si tratta affatto di animali. È un’esplorazione di simboli popolari con radici profonde che parlano del potere produttivo della paura nel richiedere coraggio, che va oltre il mio momento specifico, per includere il coraggio necessario nel proteggere la nostra libertà faticosamente conquistata, per immaginare e richiedere felicità e prosperità per tutti.
Questa mostra è una sorta di mappa emotiva degli ultimi anni. Eludendo gli ostacoli del comfort e delle aspettative, ho realizzato le opere che dovevano essere realizzate e le ho messe insieme in tutta la loro diversità, mostrando i chiari legami tra le forme che ho scelto. Scultura, pittura, disegno, gioielli realizzati con coraggio e determinazione e con un grande senso di libertà, scaturito dal selvaggio serraglio della mia mente.
Helen Britton